a cura di Filippo Mariani

Alcuni quotidiani europei (per fortuna pochi) hanno pubblicato, sostenendolo in modo plateale, il documento inviato al Segretario Generale dell’ONU (Antonio Gutteres) da parte di 500 studiosi e ricercatori di tutto il mondo, che nega l’aumento della temperatura terrestre per colpa dell’uomo. In particolare il quotidiano italiano “Il Giornale” riporta che l’ultima mini era glaciale si è esaurita a metà del 1800 e che quindi è regolare che la temperatura cominci a salire.

E’ vero, come affermano i negazionisti, che dal 1645 fino al 1830, soprattutto nell’emisfero boreale, ci furono due fasi climatiche molto critiche, la prima e la più forte dal 1645 al 1715, dove anche la laguna di Venezia si ghiacciò e nella pianura Padana cadde circa un metro e mezzo di neve. La seconda, meno cruenta della prima, si ebbe dal 1790 al 1830. Tuttavia non menzionano la “terza”, che dovrebbe essere quella che ci interessa direttamente, iniziata probabilmente nel 2012, ma che invece e per “fortuna” non si è manifestata.

Abbiamo ora dei dati storici incontestabili. Ci spieghiamo meglio: nei due primi casi nella fotosfera solare si è avuto una diminuzione della sua attività, infatti erano quasi scomparse le macchie solari, il primo fenomeno è ricordato come “il Minimo di Mauder” e il secondo come “il Minimo di Dalton”. Da ciò gli scienziati (non di parte) hanno collegato queste “mini ere glaciali” all’attività solare. La stessa cosa sta accadendo sulla nostra stella da qualche anno, infatti sono scomparse o quasi le sue macchie solari… e allora perché invece di diminuire la temperatura terrestre va aumentando? Cosa rispondono ora i 500 gli “scienziati negazionisti” ?

La NASA e l’OMM (Organizzazione Meteorologica Mondiale) certamente non sono organizzazioni di sprovveduti o di amici degli ambientalisti, per cui quello che affermano va preso in seria considerazione. Loro ci dicono che l’aumento delle temperature, registrato nelle migliaia di stazioni meteorologiche di tutto il Mondo, vede una particolare impennata soprattutto dal secondo dopoguerra a oggi. Secondo il NOAA, poi, dagli anni ’70 in poi si è passati a 0,17 °C in più per decennio.

Altro fattore che dovrebbe far tacere definitivamente “gli scienziati negazionisti” sono i risultati ottenuti attraverso il carotaggio del ghiaccio in Antartide, infatti si è rilevato che la scomparsa totale o parziale della banchisa polare è sempre avvenuta in tempi molto lenti e non rapidi, come purtroppo sta avvenendo da qualche anno. Questi negazionisti, che affermano il contrario di queste realtà, stanno facendo un gran regalo agli ultimi inquinatori del Pianeta, ai grandi petrolieri, ai distruttori delle foreste e agli avvelenatori dei suoli, dell’aria e dei mari, perché proprio loro sostenendo che l’effetto serra e l’inquinamento dell’aria siano un’invenzione di noi ambientalisti e di qualche climatologo fantasioso.

Oggi per fortuna i giovani di ogni continente reclamano un futuro ecologicamente sano da vivere, perché saranno loro a gestire il Pianeta. Anche qui giornalisti “superficiali” definiscono questi giovani i “gretini” dell’ambiente, ignorando, però, che gran parte delle persone intelligenti e sagge che leggono i giornali e ascoltano i notiziari definiscono questi giornalisti non “gretini”, ma “scellerati” che vogliono ridicolizzare l’azione di sana protesta dei giovani, cercando, attraverso i loro articoli e servizi mediatici, di relegarli nell’angolo dei nulla facenti o di chi pur di non andare a scuola si inventa qualsiasi “favola o stratagemma”.

A questo punto è doveroso (e molto “istruttivo”) andare a vedere i curricula dei primi firmatari del documento negazionista: Non si dispone al momento della lista integrale, ma ci fa specie che non ci sia nessun climatologo tra i primi firmatari. Sono tutti verosimilmente preparati, ma la stragrande maggioranza sono esperti in materie lontane dalla fisica dell’atmosfera e dal clima terrestre! Inoltre alcuni di loro possono essere definiti in “conflitto di interesse”, avendo avuto rapporti con società che sarebbero danneggiate dalle politiche di contenimento delle emissioni. Altri colleghi, incuriositi dai curricula dei primi firmatari, hanno ulteriormente scavato sulle associazioni filantropiche legate a questi personaggi, spesso pizzicate a diffondere “fake news” sulle questioni climatiche. Ad ogni modo esaminiamo i primi curricula:

• Il Professor Guus Berkhout è un ingegnere olandese che ha lavorato per la multinazionale petrolifera Shell;
• Il Professor Reynald Du Berger insegna geofisica all’Università del Quebec;
• Il Professor Ingemar Nordin è un filosofo considerato uno dei maggiori rappresentanti del neoliberismo svedese, ovvero la dottrina economica in base alla quale il mercato deve regolarsi da sé, scevro da ogni condizionamento da parte delle istituzioni;
Terry Dunleavy è un ex giornalista neozelandese, è stato anche un tipografo commerciale e ha lavorato nel settore vinicolo;
Jim O’Brien è un consulente energetico irlandese. Inoltre è il presidente onorario del Uepg, un’associazione che rappresenta un insieme di aziende che assieme fatturerebbero 20 miliardi di euro, sparse in 30 Paesi europei «e fa pressioni [lobbies] sulle principali sfide del settore con istituzioni europee, Ong e altre parti interessate». Buona parte delle industrie rappresentate sono estrattive, insomma non proprio il massimo dal punto di vista dell’indipendenza circa tematiche legate al cambiamento climatico;
• Il geologo australiano Viv Forbes è il presidente della Carbon Sense Coalition, creata appositamente per «difendere il ruolo del carbone sulla terra e nell’atmosfera»;
• Il Professor Alberto Prestininzi è un geologo in pensione, è stato anche membro del Comitato tecnico scientifico per il Ponte sullo Stretto di Messina.
• Il Professor Richard Lindzen è forse il più competente tra i firmatari. Fisico dell’atmosfera è stato anche docente di meteorologia al Mit, inoltre è stato anche un conferenziere del Cato institute. Lindzen è stato uno dei primi ad aver parlato di «allarmismo climatico» (La “propaganda” che da anni lancia quotidiani allarmi sul riscaldamento globale di origine antropica).

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