Sono molte le “leggende metropolitane” nate intorno a questo artropode chelicerato, soprattutto durante la guerra in Iraq del 2003, quando cominciarono a girare sul web voci ed informazioni mendaci. Un terribile ed enorme predatore, veloce più di un uomo in corsa, in grado di catturare ed uccidere col proprio veleno anche grandi mammiferi (come i cammelli), pertanto estremamente pericoloso.
Alla realtà dei fatti nessuna delle informazioni sopra riportare risulta essere veritiera. Innanzi tutto le sue dimensioni sono di tutto rispetto (fino a 15 cm di diametro, zampe comprese, e 50-60 grammi di peso), ma non certo “enormi” (le foto diffuse sul web, che lo raffiguravano grande fino a metà di una persona adulta, sfruttavano giochi di falsa prospettiva). La sua velocità di deambulazione è notevole (può raggiungere i 15 km/h come punta massima), tuttavia non superiore a quella di un uomo adulto e di sana costituzione. Infine è si un feroce predatore, ma di insetti, roditori, lucertole e piccoli uccelli e non di grandi mammiferi, uomo compreso (tra l’altro il suo morso è doloroso, a causa dei potenti e grandi cheliceri, ma tutt’altro che letale, l’animale è totalmente privo di ghiandole velenifere).
Il ragno dei cammelli (Galeodes arabs), nonostante il nome, è un artropode chelicerato appartenente alla classe degli aracnidi, facente parte dell’ordine dei solifugi (Solifugae) e non dei ragni (Araneae). Altri nomi comuni che identificano l’animale sono scorpione del vento e solifugo gigante d’Egitto.
Caratteristiche distintive dell’ordine (Solifugae) sono i pedipalpi molto sviluppati (appendici sensoriali e prensili tipiche degli aracnidi) e gli enormi cheliceri (in rapporto alle dimensioni complessive).
Come si può intuire, il ragno dei cammelli è un organismo adattato alle regioni aride e sabbiose dell’Africa, inoltre è un abile scavatore che si rintana sotto terra per riposare, per digerire un pasto o per effettuare una muta.
Predilige le zone d’ombra, evita la luce diretta del sole, prevenendo così un’eccessiva disidratazione e/o surriscaldamento. Il cercare sempre zone d’ombra è una peculiarità che lo contraddistingue, tanto che il significato latino del suo ordine di appartenenza (Solifugae) è proprio: “che fugge dal sole”. Non è raro osservare questi animali che, per spostarsi durante il giorno, seguono le carovane sfruttando le ombre proiettate dai cammelli e/o dagli uomini.
Evidente la divisione tra prosoma (cefalotorace) ed opistosoma (addome). Facilmente identificabili anche i pedipalpi (più lunghi delle quattro paia di zampe) e gli sviluppatissimi cheliceri, utilizzati per stritolare e dilaniare le malcapitate prede (il loro movimento produce un caratteristico scricchiolio). Non è dotato di veleno, tuttavia, come la maggior parte degli aracnidi, si serve di fluidi digestivi per sciogliere la carne delle prede e facilitarne l’assimilazione.
Il ragno dei cammelli è un organismo univoltino, si riproduce una sola volta all’anno. Le femmine generano dalle 50 alle 200 uova e le depongono in una tana scavata nel terreno sabbioso.