Il centro studi AK del mare di Savona ha costantemente monitorato le orche che per giorni hanno stazionato davanti a Genova-Voltri, assistendo impotenti all’agonia e poi alla morte del loro cucciolo. La madre l’ha tenuto a galla per più di 4 giorni, ma poi l’ha dovuto abbandonare. Ora i biologi e i veterinari dell’Acquario di Genova, una volta recuperata la carcassa, dovranno appurare la causa del decesso.
Si fanno avanti alcune ipotesi, forse un virus che ha già ucciso nel Mediterraneo diversi delfini, oppure l’ingestione da parte del piccolo mammifero marino di qualche busta di plastica (anche se quest’ultima tesi è molto improbabile, poiché il cucciolo si nutriva ancora del latte materno). Quello che ci ha lasciato perplessi è perché abbiano deciso di portare il piccolo già moribondo lungo le coste della Liguria.
Intanto abbiamo appurato che questo gruppo proviene dal mare islandese; è stata per prima la biologa Filipa Samara, che attraverso la configurazione delle pinne dorsali e delle vocalizzazioni tra i cetacei, ha individuato queste orche come presenze costanti al largo dell’Islanda. Il gruppo fino a qualche giorno fa era formato da un maschio e dalla femmina che ha terso il piccolo più due altre orche che si pensa siano anch’esse femmine, forse sorelle della prima. Quello che ci preoccupava fino a poco fa erano le condizioni di salute di un quarto membro del gruppo, forse un’orca femmina, non la madre che ha perso il piccolo. Questo cetaceo dall’ultimo rilevamento appariva con la pelle squamata e dimagrito. Dall’avvistamento al largo dello stretto di Sicilia sembrerebbe che il gruppo fosse composto solo da tre elementi. E la quarta orca?(Ora il gruppo si sta dirigendo verso le Baleari per accertamenti).