Non si può prescindere dalla considerazione che il 70-80% delle cellule immunitarie del nostro organismo si trovi nell’intestino, in stretta correlazione con il microbiota e che, dunque, la varietà di alimenti e nutrienti introdotti con la dieta giochino un ruolo chiave nel regolare questo complesso sistema.
L’influenza dei batteri sulla funzione immunitaria è suggerita dalla presenza nell’intestino di un numero enorme di cellule immunitarie, circa il 60% sono presenti nella mucosa intestinale, specializzata nell’assorbimento e nel trasporto degli antigeni deputati all’induzione di una risposta immunitaria attiva. L’interazione del microbiota con il sistema immunitario è ovviamente un fattore cruciale in questo equilibrio: i ceppi colonizzanti “positivi”, che riflettono corretta alimentazione e stile di vita, ostacolano la colonizzazione dell’intestino da parte di nuovi microbi, tra cui i patogeni e ottimizzano i meccanismi immunitari della mucosa intestinale.
Lattobacilli, Eubatteri e Bifidobatteri appartengono alla categoria dei “buoni” e Stafilococchi, Escherichia coli, Clostridi e Proteus sono i batteri “cattivi”, mentre Enterococchi e Batteroidi possono giocare ruoli diversi nelle varie condizioni metaboliche.
La reazione cellulo-mediata, avviene, in seguito a contatto diretto dei Linfociti T con l’antigene estraneo, a cui segue l’attivazione dei macrofagi, delle cellule natural killer e il rilascio di vari messaggeri (detti citochine); tali linfociti possono neutralizzare parassiti, batteri patogeni e virus.
Le cellule T si distinguono in CD4 e CD8, le prime chiamate helper producono le citochine.
T, Tonoue e colleghi (1) hanno oggi identificato 11 ceppi probiotici (vedi tab.1), di solito presenti in una adulta e sana flora microbica intestinale umana, i quali hanno manifestato la sorprendente capacità di indurre la sintesi e l’accumulo a livello intestinale di nuove cellule immunitarie CD8+T.
Tali cellule producono l’interferone gamma nell’intestino, che aumenta il numero e l’efficacia dei Linfociti T, dovuta a una matrice microbiotica; quindi questi 11 ceppi probiotici agiscono insieme nel produrre l’interferone gamma, senza causare infiammazioni; purtroppo essi sono poco rappresentati nel nostro microbiota, per cui sarebbe utile produrli come probiotici.
Risulta quindi chiaro, che se riuscissimo ad introdurre nel nostro intestino tali batteri (o in maniera indiretta aumentarne la loro concentrazione), potremmo incrementare non poco la nostra immunità innata e la sua funzionalità al fine di contrastare in maniera più efficace il virus SARS-CoV-2.
Come già detto nei precedenti articoli le cellule CD8+ T vengono considerate una spia della gravità dell’infezione da CoViD-19, la loro diminuzione è correlata con la gravità della malattia; se riusciamo ad aumentarle, verosimilmente la prognosi può diventare meno critica, con l’incremento, ad esempio, dei macrofagi e dei linfociti T citotossici, che hanno la capacità potenziale di eliminare anche i virus.
Risulta interessante la proposta di Netea nel 2011 che su “Cell Host & Microbe”. Afferma che il sistema immunitario innato esibisce una sorta di memoria delle infezioni passate, “l’immunità addestrata”: questa è una forma di memoria del sistema immunitario innato, una forma antica delle nostre difese, che si è evoluta più di mezzo miliardo di anni fa, prima che comparissero i vertebrati. Negli ultimi anni si comincia a chiarire in che modo le cellule del sistema immunitario innato, che hanno una vita decisamente breve, ricordano i “vecchi invasori”.
Un suo lavoro nei “Proceedings of the National Academy of Science USA” dimostra che l’addestramento avviene in seguito a cambiamenti epigenetici.
Cosa molto interessante, nel mese di agosto, assieme a un gruppo di ricercatori della Germania, Danimarca, Australia e Paesi Bassi, il medesimo ricercatore ha visto che la vaccinazione BCG contro la tubercolosi o un suo richiamo provoca cambiamenti epigenetici non solo nei globuli bianchi del sangue ma anche nei loro progenitori, le cellule staminali ematopoietiche del midollo osseo.
Riflessioni
In piena pandemia, con una seconda ondata in cui i positivi stanno aumentando ormai quasi con andamento esponenziale in tutta Europa, al fine di non farci assalire dalla depressione, bisogna avere i nervi saldi e fare ammenda dei notevoli errori commessi:
a) Dai governi, che non sono stati capaci di prevedere la situazione attuale.
b) Dai giovani inconsapevoli (considerati i maggiori diffusori tra i 20 e 30 anni), che continuano a scambiarsi affettuosità in ogni occasione di aggregazione.
c) Da adulti arroganti verosimilmente benestanti e apparentemente in buona salute, che finora hanno incrementato i contatti con feste di compleanno, matrimoni, cresime e comunioni o nelle palestre e spogliatoi, dove la mascherina è diventata una opzione, come se il virus fosse ormai scomparso.
Ormai il danno è fatto, come possiamo difenderci?