Possiamo considerare la CoViD-19 come la più devastante pandemia avvenuta nella recente storia moderna; a tutt’oggi in Italia abbiamo superato abbondantemente l’invidiabile traguardo di un Milione di positivi (metà novembre).
1) Le cellule di memoria CD4 e Cd8 vengono attivate da citochine, stimolate da una seconda infezione (Berg et al., 2002, 2003; Lertmemongkolchai et al., 2001; Mathurin et al., 2009).
2) La vaccinazione (BCG) induce modificazioni epigenetiche di monociti umani, che regolano la produzione di citochine infiammatorie, che portano a una risposta immunitaria innata più pronunciata in seguito a infezione successiva, chiamata immunità addestrata.
(1)
La capacità delle cellule immunitarie innate a rilasciare IL-1b è una dimostrazione che questa citochina è una componente importante dell’immunità addestrata, dove si dimostra il diretto effetto di protezione dei più alti livelli di IL-1b nelle infezioni virali. (Azuma et al., 1992; Iida et al., 1989; Sergerie et al., 2007).
-E’ stato quindi dimostrato che la modificazione epigenetica viene indotta dalla vaccinazione BCG nell’uomo, che produce un’attivazione dei monociti circolanti, con l’aumento di IL-1b che è indicativo e cruciale dell’induzione dell’immunità addestrata nell’uomo, correlato alla protezione contro infezioni virali sperimentali o meglio con la riduzione della viremia, dovuta a una migliore regolazione di IL-1b (1).
-Sono stati individuati dei cambiamenti metabolici indotti dalla vaccinazione BCG in cellule immunitarie innate chiamate monociti, determinando un forte e duraturo aumento della glicolisi negli esseri umani; questo cambiamento del metabolismo del glucosio verso la glicolisi era necessario per provocare l’immunità addestrata, dovuta a cambiamenti epigenetici, a livello dei monociti (1).
Le diverse cellule facenti del gruppo dei globuli bianchi.(2)
Quando il nostro organismo viene a contatto con un virus si attiva una risposta immunitaria che coinvolge immediatamente le cellule dell’immunità innata (Natural Killer, monociti, granulociti) e poi solo dopo le cellule dell’immunità adattativa (linfociti T e B).
-Questi risultati cambiano il concetto secondo cui il sistema immunitario innato non possa adattarsi nel lungo termine dopo un’infezione o una vaccinazione (1).
Il fatto che le cellule immunitarie innate possano cambiare in modo stabile, per esempio, per mezzo di vaccini come il BCG, è un cambiamento di paradigma nel campo dell’immunologia; fino a non molto tempo fa infatti si pensava che solo il sistema immunitario adattativo potesse adattarsi a infezioni o vaccinazioni precedenti.
In tal senso sono stati finanziati due progetti a livello Europeo.
-Abbiamo visto nel precedente articolo, come sono in corso diverse campagne vaccinali BCG, al fine di verificarne l’efficacia sugli Operatori sanitari(Stati Uniti, Olanda, Australia) e al Max Plank Institute).
-Si stanno effettuando diverse indagini controllate in Australia e Olanda al fine di verificare se il vaccino BCG Danese riduce l’incidenza e la severità del Covid-19 negli operatori sanitari e se è da preferire al vaccino BCG-Tokyo; alcuni studi epidemiologici stanno dimostrando come la vaccinazione BCG diminuisce l’incidenza di altre infezioni.
-Ci sono quindi tutte le premesse che queste indagini diano una risposta positiva nel ridurre e/o diminuire gli effetti negativi dell’infezione.
-Intanto è stata rilevata la presenza di cellule T di memoria contro Sars Cov-2 in oltre il 50% dei soggetti considerati: persone che avevano contratto la Sars-Cov-1 nel 2003 e soggetti che avevano contratto i coronavirus del raffreddore, manifestavano le cellule T specifiche (2).
Risulta quindi chiaro che la risposta cellulare T è una componente importante della risposta immunitaria contro il Sars Cov-2 (Antonio Bertoletti, professore di Emerging Infectious Diseases alla Duke-Nus Medical School di Singapore) e verosimilmente quella di più lungo durata, avendo ormai accertato che gli anticorpi tendono a svanire in due tre mesi (Nature Medicine).
-Ci sono sempre più evidenze che il test anticorpale tende a sottovalutare il grado di immunità, in quanto non considera il ruolo delle cellule T con la loro capacità di distinguere e distruggere le cellule infette.
-Un aspetto di fondamentale importanza nell’attuale contesto è quello di comprendere le modalità di difesa del sistema immunitario e di individuare tutti i soggetti che hanno avuto contatti con il virus; questo è realizzabile determinando i linfociti T programmati per rispondere al contatto con il COVID-19, che si trovano anche in persone che non hanno sviluppato anticorpi contro il virus o che li hanno persi dopo qualche mese dall’infezione; si sottolinea quindi il ruolo determinante dei linfociti T nel difendere l’organismo dall’infezione da COVID-19, nel mantenere una memoria del contatto per rispondere a successivi attacchi e come spia dell’avvenuta infezione virale.
Riflessioni
Come difenderci:
1) Risulta utile per il naso l’uso dello spray di proteinato di Argento, al fine di neutralizzare il virus eventualmente presente nelle narici, la pulizia e sanificazione delle mani, il distanziamento e l’uso di una mascherina adeguata.
2) Un’alimentazione prevalentemente vegetariana, con vegetali colorati, pieni di polifenoli, yogurt, camu-camu, funghi, vit.D3, C, Quercitina e Resveratrolo, riduzione del sale e degli alcolici, di cui abbiamo parlato in maniera approfondita negli articoli precedenti, al fine di migliorare il microbioma e il sistema immunitario innato.
3) Ove possibile fare un richiamo del vaccino TBG (antitubercolare) negli adulti, al fine di instaurare l’immunità cosiddetta addestrata.
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