Gli ordigni nucleari, se la teoria dell'inverno nucleare fosse vera, potrebbero secondo ogni logica essere inseriti a pieno titolo nella categoria delle armi di distruzione climatica: le catastrofi climatiche che possono provocare sono un effetto essenziale del loro impiego. Arma direttamente climatica non è quindi, ad esempio, solo la tecnologia elettromagnetica usata militarmente per sconvolgere l'ambiente: è proprio l'arma nucleare, che produce onde d'urto, tempeste di fuoco, inquinamento radioattivo ed impatto elettromagnetico; ma, con un impiego relativamente allargato, anche il cosiddetto "inverno nucleare".

Le cause, come abbiamo più volte trattato, vanno imputate soprattutto all’aumento dei gas serra in atmosfera, dai 280 ppm di CO2 all’inizio dell’era industrializzata, oggi siamo arrivati a circa 408 ppm. Una concentrazione impressionante che determina su tutto il globo ripercussioni meteoclimatiche rilevanti. Ciò è anche la causa della situazione climatica anomala di questa estate che ha determinato punte di caldo record in Italia, ma anche in Spagna e in Grecia.

Per contenere il riscaldamento globale entro la soglia dei 2°C entro il 2100, le emissioni di gas serra del settore agricolo (C02 esclusa) dovranno essere ridotte di una gigatonnellata all’anno a partire dal 2030. La stima è stata effettuata dai ricercatori dell’Università del Vermont, che lanciano l’allarme sul rischio di fallimento dell’accordo sul clima siglato alla COP21 di Parigi.