Tra il 6 Febbraio e il 20 Marzo a Dashi (1), città della Cina sono stati identificati nel 6% di persone affette da CoViD-19 (n°149 campioni) delle eliminazioni del tratto genomico 23585-23599, corrispondente a una delezione (15 basi) a livello della proteina Spike, che avviene comunemente dopo passaggi attraverso cellule coltivate (Vero o VeroE6).

Come ho puntualizzato nell’articolo precedente, risulta importante accedere ai risultati recenti dei più importanti centri di ricerca virologica nazionale e mondiale, al fine di evidenziare possibili modificazioni del genoma virale del SARS-CoV-2, che possano in qualche modo farci capire meglio la natura e la cinetica di trasformazione di tale virus.

Da diverso tempo ho cominciato a chiedermi se la genetica sia in grado di influenzare la gravità dei sintomi delle persone colpite dal virus della CoViD-19; è un fatto che varianti genetiche possono modificare le possibilità di una persona di contrarre una malattia infettiva, ad esempio una mutazione del gene CCR5, che offre protezione contro l'HIV; analogamente alcune delle mutazioni legate al sistema HLA, determinano una diversa suscettibilità verso infezioni batteriche e virali.

Quale futuro per l'ambientalismo oggi? Se lo chiedono Francesco Ferrante e Roberto Della Seta su Huffington Post, in occasione del 50° anniversario dell'Earth Day, nato da una manifestazione spontanea negli Stati Uniti, con una giornata memorabile che vide quasi 20 milioni di americani, soprattutto giovani, scendere in piazza nel nome della difesa dell'ambiente.